Viareggio Cup, Torneo di Viareggio, Coppa Carnevale, World Football Tournament

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Palagi: «Il torneo è andato bene nonostante le difficoltà. Già al lavoro per il 2023»

Palagi: «Il torneo è andato bene nonostante le difficoltà. Già al lavoro per il 2023»

Viareggio Cup bagnata, Viareggio Cup fortunata? Il giorno dopo la finalissima che cosa ne pensa il presidente del Cgc Viareggio, Alessandro Palagi che prima dell’inizio della manifestazione aveva detto: «Se arriviamo in fondo senza problemi, è come avere organizzato la prima edizione», come dire un torneo tutto da scoprire giorno dopo giorno?

«E’ andata bene. E per questo debbo dire prima di tutto grazie a chi si è dato un gran daffare per la riuscita del torneo. Venivamo da due anni di stop per la pandemia, esserci imbarcati in questa nuova avventura, con la spada di Damocle di nuove positività, di squadre provenienti dall’estero pur avendo ridotto il numero delle squadre partecipanti, di problemi da risolvere in fretta per l’agibilità dei campi esterni emersi dopo che era stato già compilato il calendario, tanto da essere costretti a diversi cambi, ha messo a dura prova la nostra organizzazione. Ma superato lo scoglio delle prime due giornate tutto è filato liscio».

Quindi, tutto bene quel che finisce bene?

«Certamente, il Cgc ha 74 anni di vita, il torneo solo due meno solo perché come il mondo, è stato fermato dal Covid nel 2020 e nel 2021: è vero che molti consiglieri non sono ragazzini, ma hanno entusiasmo e passione, orgogliosi di essere parte attiva della storia di una società e di una manifestazione conosciuta in tutto il mondo».

La grande novità della prima finalista africana, i ragazzi dell’Alex Transfiguration, potrebbe provocare un effetto emulazione…

«A dire il vero è già cominciato. Proprio dal momento in cui l’Alex Transfiguration ha vinto la semifinale il mio telefonino è sotto pressione: ho molti amici che lavorano con il calcio africano e mi hanno detto di tenermi pronto, presto arriveranno le prime adesioni per il 2023».

Ovviamente, la grande cavalcata dei giovani nigeriani non può far passare in secondo piano la grande prova del Sassuolo.

«Ci mancherebbe altro: il Sassuolo è una splendida realtà del calcio italiano, quando si vincono in cinque anni due edizioni del torneo di Viareggio, vuol dire che c’è sostanza, qualità e soprattutto programmi. Nel 2017, in quel Sassuolo c’era il giovane Scamacca che segnò anche il rigore decisivo: guardate dove è arrivato oggi… E’ questa la forza del torneo di Viareggio e sono convinto che fra i ragazzi che ieri hanno disputato la finalissima del torneo a Pontedera, c’è qualcuno che farà molta strada».

Per il futuro il Cgc pensa mica ad apportare modifiche al regolamento?

«Ora a pallone fermo, è il momento delle riflessioni. L’apertura alle formazioni Under 18 è stata un esperimento importante che a mio avviso è andato bene, Ci confronteremo con chi vive nel calcio giorno per giorno. Però rivendichiamo ad esempio che da tempo al torneo di Viareggio abbiamo adottato accorgimenti che sono stati poi presi da esempio per altre manifestazioni: le rose di 28 giocatori e le 7 sostituzioni previste a partita servono a non affaticare troppo le squadre».

Il sogno nel cassetto?

«Beh, i sogni sono due: il primo, ritornare quanto prima a casa. E per casa intendo dire lo stadio dei Pini, dedicato a Torquato Bresciani che del Cgc Viareggio è stato non solo il fondatore ma anche presidente per oltre 25 anni. Tornare a casa è anche una necessità per il Centro. Ci auguriamo che l’ottimismo del sindaco Giorgio Del Ghingaro, che spera di poter riaprire lo stadio ristrutturato per l’edizione del 2023 trovi conferma nei fatti. E per secondo sogno, che il torneo torni ad avere il suo spazio in un periodo del calendario nazionale: prima giocavamo a febbraio nel periodo di Carnevale e il campionato Primavera veniva fermato per due settimane, poi per una. Poi lo spostamento a marzo, quando nello stesso periodo erano impegnate a livello europeo le formazioni nazionali giovanili. Così il torneo perdeva alcuni suoi possibili protagonisti».

Insomma, uno spazio più vitale e meno condizionato dagli altri impegni delle squadre e dei giocatori.

«Certamente: in caso contrario dovremo pensare ad una diversa collocazione del torneo nell’arco dell’anno».

Un altro pensiero a fine torneo?

«Un grazie particolare al comune di Pontedera e al Pontedera Calcio per l’accoglienza e la disponibilità che ci hanno dimostrato in occasione della finalissima. Abbiamo ricevuto una grande testimonianza di affetto e di rispetto per la manifestazione e la nostra società».

E ora dopo un mese a “tutto fuoco” è l’ora di godersi qualche momento di relax…

«No, da domani bisogna pensare all’edizione del 2023: dovremo fare un elenco delle criticità che abbiamo registrato a trovare il modo di risolverle. Il torneo ha una storia e un fascino che hanno un valore inestimabile: è vero, non c’è più il grandissimo pubblico delle edizioni di 20 anni fa, ma il mondo è cambiato, la tv ridondante di partite ha allontanato la gente dagli stadi. E anche il torneo di Viareggio non poteva non subirne le conseguenze».

Lunga vita al torneo di Viareggio?

«Lunga vita con un altro grazie sincero a chi ha lavorato con straordinaria dedizione per la sua riuscita anche quest’anno».



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